Gli esordi sono sempre momenti ricchi di emozioni. Molti amici hanno condiviso i racconti dei propri esordi in gare di triathlon, ma oggi per la prima volta possiamo leggere la storia dell’esordio in una gara di nuoto in acque libere.

Massimo Promutico e Paola Sala ci raccontano la loro Nuotata dell’Eremo, la loro prima esperienza in una nuotata di mezzo fondo in acque libere.


 

La nostra prima nuotata di mezzo fondo in acque libere

In previsione di un avvicinamento al triathlon (venendo dal running), decidiamo di partecipare alla Nuotata dell’Eremo sulla distanza di 1,5 Km, a Reno di Leggiuno, sul Lago Maggiore.

Non avremmo mai pensato di confrontarci su una distanza così lunga, con poco allenamento (la distanza massima mai provata in piscina è di soli 800 m), e soprattutto… di riuscire a portarla a termine!

Un inizio molto tribolato

Avevamo appena finito di indossare le mute (mai usate prima), e stavamo per raggiungere la spiaggia per testarle in acqua, quando un amico ci vede e ci dice che la partenza era stata anticipata di mezz’ora!

Sfortunatamente, noi eravamo lontani dalla spiaggia e non avevamo sentito l’avviso: quando siamo arrivati in spiaggia, gli altri partecipanti erano già in acqua a circa 100 m dalla riva, ma noi dovevamo ancora decidere se nuotare con o senza muta. Io decido di partire con la muta, Paola senza.

Nel frattempo la gara inizia, entriamo in acqua anche noi; all’inizio proviamo qualche titubanza nel continuare, vista l’approssimazione con cui avevamo iniziato, poi piano piano cominciamo la nostra gara.

La nostra nuotata

Fatichiamo un po’ a prendere il ritmo, anche perché, nuotando molto distanti dagli altri partecipanti, non abbiamo un riferimento preciso, in acqua le distanze sembrano infinite, ma non molliamo.

La presenza dei kayakers comunque ci dà fiducia e ci tranquillizza; miglioriamo la nostra cadenza, raggiungiamo la boa di metà percorso e iniziamo il ritorno ad un ritmo decisamente più veloce.

Felici per la magnifica esperienza

Arriviamo solo 10 minuti fuori tempo massimo, per i problemi di inizio gara, ma felici per la magnifica esperienza, soddisfatti per aver completato la gara e, nel mio caso, avendo scoperto che la muta è un supporto molto importante (per galleggiabilità, facilità e velocità della nuotata) soprattutto per chi è alla prima uscita in acque aperte.

Un grazie a Massimo Bottelli per i costanti suggerimenti tecnici e a Tina Fraquelli per la sua amicizia, la sua vicinanza e la carica che è sempre in grado di trasmettere.

 

 
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