Nuoto in acque libere: come non farti fermare dal mare mosso
Il nuoto in acque libere è forse la componente più difficile del triathlon: molte variabili infatti possono mettere in difficoltà i principianti (e non solo!): può capitare di trovare acqua fredda, mare agitato, o avere difficoltà a respirare…
Questa guida ti svelerà i trucchi per superarle tutte le difficoltà del nuoto in acque libere!
Ma prima di passare ai consigli veri e propri, ti voglio raccontare una storia.
Una storia che mi ha molto impressionato, successa quando mi stavo allenando per il mio esordio nel triathlon e quindi non avevo ancora esperienza diretta di gara.
Il 26 Maggio 2013 si è svolto il Challenge Rimini, una bella gara di Triathlon Medio (la distanza del Mezzo Ironman, per intenderci: una gara per atleti esperti, non certo per principianti).
Quel giorno, nonostante fosse fine Maggio, a Rimini c’era un meteo tremendo: freddo (solo 8 gradi!), pioggia e vento forte. Il mare era nelle condizioni che vedi nella foto qui accanto.
Tra gli 864 atleti in partenza sulla spiaggia, dopo pochi minuti ben 132 erano tornati indietro a riva, rinunciando ad una gara preparata per molti mesi, perché non sono riusciti ad affrontare questo mare.
[Tweet “La maggior parte dei ritiri in gare di #triathlon è nel nuoto. Non farti fermare dal mare mosso”]Vuoi evitare di far parte di quelli che rinunciano alla gara e tornano a riva?
Seguimi e ti racconterò quello che ho imparato dall’esperienza di nuoto in acque libere e scoprirai che puoi superare con successo la frazione di nuoto anche quando il mare è in condizioni non ideali.
Impara a non farti fermare dal mare
Partiamo da ciò che blocca molti triatleti, non solo principianti: la paura dell’acqua.
Avere paura è naturale, e non c’è da vergognarsene. Potrai aver paura dell’acqua fredda o agitata, o del fatto che in acque libere spesso non si vede il fondo.
Questo stato d’animo potrà coglierti negli istanti che precedono la partenza, oppure mentre sei già in acqua.
Per molti triatleti, la frazione di nuoto non è il momento più rilassante della gara!
Per affrontare e superare queste paure, ti consiglio di cercare di rilassarti pensando: “Io lo so fare“. Ed è veramente così: se ti sarai preparato adeguatamente, sarai sicuramente in grado di nuotare in acque libere, se non ti farai bloccare dalla paura.
La paura spesso proviene dalla non-conoscenza: se non hai ancora esperienza di nuoto in condizioni difficili, non sai cosa aspettarti. “Cosa succede se…” se non riesco a respirare? se bevo? se gli altri atleti mi urtano? se sbaglio direzione?…
Allora vediamo ad una ad una queste eventualità e scopriamo che nessuna di queste è veramente un problema. Vedrai che le paure si dissolveranno naturalmente.
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L’acqua fredda
C’è chi è più sensibile al freddo, chi meno (io sono fortunato sotto questo aspetto, l’acqua fredda non mi da fastidio).
Ricorda che il regolamento prevede che se la temperatura dell’acqua è inferiore a 22°C, la muta è consentita. La muta è fatta apposta per proteggerti dal freddo e ti assicuro che funziona benissimo: ti tiene veramente al caldo.
Le uniche parti del corpo che la muta lascia esposti all’acqua saranno i piedi, le mani ed il viso. Al primo contatto potranno darti fastidio, ma vedrai che dopo pochi secondi di nuoto, un po’ per il coinvolgimento della gara, un po’ perché il movimento naturalmente ti riscalderà, ti dimenticherai del freddo e non lo sentirai più.
Il mare agitato
Un altro possibile problema è il mare agitato (ma anche il lago può esserlo!). Le onde del mare mosso possono dare due diversi problemi: crearti difficoltà a mantenere la giusta direzione, e anche darti fastidio nella respirazione.
Ma anche il fastidio dovuto alle onde, con la giusta tecnica, si può superare.
Dato che in acque libere non si vede il fondo, e comunque non c’è la linea che ci guida come in piscina, è difficile nuotare dritti: involontariamente potresti deviare dalla giusta direzione che punta alla prossima boa.
Ti consiglio quindi di alzare la testa ogni poche bracciate e di guardare davanti a te, alla ricerca della boa, per correggere eventualmente la direzione. Non ti fidare degli altri nuotatori intorno a te: è possibile che anche loro stiamo sbagliando rotta, soprattutto se c’è corrente.
In caso di mare agitato, guarda avanti a te per aggiustare la rotta più spesso. Infatti è possibile che, quando guardi avanti, un’onda ti nasconda la boa; dovrai riprovare qualche secondo dopo.
Difficoltà a respirare
Un altro possibile problema durante la frazione di nuoto, che può essere accentuato dall’eventuale mare mosso, è la difficoltà nella respirazione.
A causa della frenesia della gara, dell’acqua mossa dagli altri nuotatori, o per colpa della muta che stringe (se non l’hai indossata bene – vedi la nostra guida!) Potresti non riuscire a respirare con calma, come fai normalmente in piscina.
In effetti, in piscina non siamo abituati a tutti questi stimoli e disturbi: siamo tranquilli e concentrati solo sui movimenti del nuoto. In acque libere invece… cosa possiamo fare?
Puoi liberarti di tutti questi ostacoli, semplicemente… ignorandoli!
Arriva un’onda sul viso quando esci a respirare? Pazienza, salta un giro, fai un’altra bracciata e alla prossima potrai respirare normalmente.
Sei disturbato dai colpi che accidentalmente gli altri nuotatori ti danno, nuotando troppo vicino a te? Pazienza, ritrova il tuo assetto e riprendi a nuotare, non è successo niente.
Hai il fiato corto perché ti sei fatto coinvolgere dalla partenza e ti sei lanciato ad un passo troppo veloce, che non è il tuo? Ignora chi c’è intorno a te, concentrati sul movimento come fai normalmente in piscina, rallenta e la respirazione si regolarizzerà.
Man mano che procedi, la difficoltà a respirare diminuirà. Nei primi momenti, puoi anche respirare con una frequenza più alta del solito (ad esempio ogni due bracciate anziché ogni tre). Dopo pochi minuti, quando ti rilasserai, potrai tornare a fare respiri più lenti e profondi.
Se troverai il tuo passo, cosi come nelle altre frazioni, andrà tutto bene e potrai nuotare tranquillamente e molto a lungo.
Gli ultimi momenti prima della partenza
Nel tempo che passa tra la chiusura della zona cambio e la partenza, dovrai avere con te solo il necessario per nuoto: la muta, gli occhialini e la cuffia. Tutto il resto del materiale necessario per la gara l’avrai già sistemato in zona cambio (leggi la nostra guida sulla zona cambio perfetta!).
Se preferisci non camminare a piedi nudi, puoi usare dei sandali o infradito, ma accertati di avere qualcuno a cui lasciarli al momento della partenza, o un posto sicuro dove lasciarle per ritrovarle dopo la gara.
Ti consiglio di approfittare di questo tempo che precede la partenza per fare un riscaldamento nel nuoto. Ricordati che per indossare la muta occorre un po’ di tempo (per sicurezza, considera almeno 10 minuti) quindi muoviti con molto anticipo.
Se vuoi saperne di più, scarica l’ebook che ho scritto per chi vuole iniziare a fare triathlon!
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Ti è già capitato di essere in difficoltà nella frazione di nuoto? Raccontaci come hai superato le difficoltà nello spazio per i commenti qui sotto!
Pochi giorni fa ho fatto la mia prima gara di triathlon, e ho avuto tutti i problemi elencati in questo articolo! Avevo già fatto diverse traversate in laghi e in mare calmo e tiepido, nulla mi aveva preparato a quello che mi sarei trovata ad affrontare in questa prima gara. Mare mosso, fondale terrificante (si vedeva pure troppo e c’era di tutto), acqua molto fredda, body gara sotto la muta strettissimo! Nei primi 50 mt mi sono subito distaccata dal gruppo perchè ho bevuto diverse volte, ho iniziato a non respirare, mi sono sentita persa. Mi hanno avvicinato diverse volte i soccorritori chiedendomi ripetutamente se volessi essere portata a riva, ma ho stoicamente resistito al panico più feroce della mia storia di nuoto e sono arrivata a riva, penultima ad uscire dall’acqua, ma soddisfatta. La gara è ovviamente andata malissimo in termini di tempi, ma sono arrivata al traguardo super felice! I consigli che dai in questo articolo sono esattamente le cose che ho fatto (tranne l’ignorare le difficoltà, non ci sono sempre riuscita purtroppo!), e posso confermare al 100% che funzionano 🙂
Anch’io ho avuto la fortuna di raggiungere un traguardo mentale che mi ero prefisso da qualche anno, ma mai provato per la paura di non farcela. Da tanto tempo praticavo nuoto e running, facendo gare amatoriali di podismo, con un passo non eccezionale 1h 42″ nelle maratonine, 44″ nei 10.000. Nel nuoto non avevo tanto timore perché abituato al mare. Allora dissi: perché non comprare una bici? Fatto. Ma ero consapevole che dovevo cambiare tipologia di allenamento. Meno corsa+bici. Fare uno sport che non piace non è bello. Ma era il mio obiettivo mentale. Volevo dimostrare a me stesso che potevo farcela. La prima volta che provai il cambio bici/corsa non vi dico le gambe. Tre mesi di allenamento ed eccomi al Trapaniman per lo Sprint. Pioggia, onde altre oltre 2m, rischio saltare la frazione nuoto. Dopo un ora di ritardo, acqua gelida, ma l’adrenalina era così alta che non sentivo i colpi dei piedi sul volto. Non vedevamo la boa e facevo zig zag. Ma non so perché il mare non mi impauriva. Ero troppo carico. Zona cambio, bici e mi viene un crampo addominale; non mi potevo fermare, c’erano i miei figli a guardarmi. Respiro e parto in bici, frazione media 29km/h; qui pago l’inesperienza di accodarti ai ciclisti più esperti. Finisco e al cambio corsa, che doveva essere una passeggiata, crampo al bicipite femorale. Mi butto a terre e per un attimo pensai: è finita. Ma non potevo deludere i miei figli. Tre minuti di stretching e riparto. La gamba gira. Quasi all’arrivo scoppio in un pianto liberatorio, sotto una pioggia incessante. È stata la mia prima ed unica vittoria!! Ho superato con la mente il mio limite fisico. Solamente chi ha vissuto questa esperienza può realmente capire cosa sia la dimensione Triathlon!!
A me è successo. ..in piscina!
Ad uno sprint dopo due vasche sono schizzato fuori dall’acqua.
Non volevo più fare triathlon.
Poi sprint successivo in lago è andato benissimo e ho scoperto che mi mette meno ansia nuotare in acque libere che in vasca anche perché seguo benissimo la boa
Ciao Martina, grazie per il racconto della tua esperienza! Un attacco di panico in piscina… Devo confessarti che non l’avevo mai sentito! 🙂
Però posso immaginare che, rispetto i normali allenamenti in vasca, una gara in piscina dev’essere sicuramente più “stressante”!
Per fortuna poi che nel nuoto in acque libere ti sei trovata bene!
Complimenti per l’articolo rispecchia purtroppo tutti i problemi che ho riscontrato nelle poche gare che ho fatto in mare. Sono un ragazzo di 28 anni e provengo dalla pallanuoto. Da qualche anno mi dedico anche alla pallacanestro in piscina (Waterbasket) nuova disciplina sportiva. In estate mi alleno con una società di Triathlon, sono tutti amici e mi hanno coinvolto in alcune gare di nuoto e corsa principalmente (cd. Acquaathlon se non erro) poiché non dispongo di una bici e durante l’anno pratico un altro sport. A nuoto e in piscina me la sono sempre cavata bene con un buon crono e andatura ma in mare 🙁 tragedia! Sia per le condizioni dell’acqua, in due occasioni mare mosso, che per il fondale (in Versilia luogo delle gare non abbiamo un gran mare da molti punti di vista) sia per la presenza delle meduse che hanno contribuito a farmi desistere dal traguardo per ben due volte! la respirazione si fa affannosa e non riesco a prendere il ritmo necessario per proseguire la gara. Mi rammarico perché come tempi e tecnica potrei tranquillamente gestire la frazione a nuoto con buoni risultati, ma questa situazione emotiva mi sta bloccando.
Ciao, 45 anni da 6 anni pratico triathlon, provengo dal nuoto e ciclismo.
Nelle prime gare non ho avuto assolutamente nessun problema in acqua, il mio miglior tempo a nuoto è stato di 24′ in un 70.3.
Dopo ho cominciato ad avere problemi di panico che ancora ho: ieri aquathlon, frazione di nuoto a fatta a dorso.
Quando entro in acqua è come se non sapessi più nuotare, ho paura di morire, di non riuscire a respirare (con e senza muta), sensazione di soffocamento.
Parto sempre dietro e defilato evitando qualsiasi contatto con gli altri atleti.
Ormai le mie gare le faccio quasi tutte a dorso/rana terminando sempre nelle ultimissime posizioni.
La gente con cui parlo per esporre il mio disagio non mi capisce, tutti mi dicono di non pensare ai tempi!
Il problema per me non sono i tempi o la cassifica, vorrei solo poter partire con gli altri!
E’ come partecipare ad una gara di podismo e rimanere inchiodato allo start!
Help me!
Ciao Vito! Mi spiace molto per questo problema nel nuoto! E’ molto strano, considerato che hai già fatto esperienze positive di nuoto in acque libere… E’ come se questa “paura” fosse subentrata in un secondo momento. Sembra qualcosa di “psicologico”, su cui però non so proprio quali consigli darti… Vediamo se qualche lettore ci aiuta con un consiglio? In bocca al lupo e un abbraccio! Max
Ciao Vito, io pratico nuoto in acque libere da 2 anni. L’anno scorso ho fatto la mia prima traversata sul lago di Lecco da 1,5 km. La sensazione di panico che hai provato tu l’ho avvertita alla partenza: muta troppo stretta sul collo, bevuta clamorosa dopo 2 bracciate. Avevo la mia famiglia che mi aspettava dall’altra parte…Ho pensato solo a questo: “Devo farcela perchè mi stanno aspettando”.Durante tutta la traversata ogni tanto mi passava per la testa questo pensiero”Sono sola in mezzo al lago a nuotare”. Per evitare che la cosa mi paralizzasse incominciavo invece a pensare: come sto muovendo le gambe? Le braccia si allungano bene? Riesco a fare qualche respirazione in meno? Un po’ come allenarsi in piscina facendo gli esercizi…Questi pensieri mi hanno distratto fino al traguardo e mi hanno anche permesso di godermi la traversata tanto che se avessi potuto sarei tornata indietro per un altro km e mezzo. Quest’anno ho cambiato muta: meno stretta sul collo e sbracciata per avere più libertà di movimento. Domani prima traversata della stagione. Speriamo tutto ok!
Ciao vito ho letto il tuo commento….e purtroppo ho le tue stesse ansie….paura di sentirmi male ..non riesco a respirare bene…solo a pensarci mi sale il panico….! Nuoto da anni E non riesco ad affrontare una gara al mare per questo motivo ….
Ciao! Io ho 27 anni e ho iniziato a nuotare a febbraio. Quindi nuoto solo da 4 mesi. Ho fatto molti progressi abbastanza velocemente, quindi mi sono lasciata trasportare dall’entusiasmo del mio ragazzo che fa gare open water da anni e mi iscritta ad una gara in acqua libere amatoriale di 1km (perchè ovviamente non sono tesserata con nessuna società). Quindi sono abbastanza fuori di testa 🙂 Lo faccio per una sfida con me stessa e spero di arrivare in fondo alla gara. Ovviamente ora mi stanno venendo una marea di preoccupazioni dato che sarò sicuramente molto piu lenta degli altri. Per esempio ho paura di rimanere da sola in fondo e sbagliare percorso. Avresti qualche dritta in più da darmi? Comunque complimenti per l’articolo, è stato illuminante per una principiante come me!
Grazie in anticipo
Ciao Cristina! Certo, ti stai allenando da pochi mesi, ma per partecipare ad una gara di nuoto in acque libere la cosa più importante, più che la velocità, è la confidenza con l’acqua e la capacità di mantenere la rotta.
Ti consiglio quindi tre cose:
1. va a nuotare il più possibile in mare o in lago, per prendere confidenza
2. esercitati a guardare fuori dall’acqua davanti a te spesso (ad esempio ogni 2-3 respirazioni) in modo da correggere la rotta (in gara avrai il riferimento delle grandi boe colorate)
3. esercitati in piscina a nuotare almeno 1000 m in modo continuo: in acque libere sarà più facile che in vasca.
Se impiegherai 20-25 minuti in piscina, sicuramente non resterai ultima da sola in acque libere.
E anche se restassi ultima, non sarai sola perchè nelle gare di nuoto in acque libere ci sono sempre molte barche e canoe di appoggio che accompagnano i nuotatori per prestare soccorso se necessario, e in particolare curano gli ultimi nuotatori.
Quindi penso che puoi stare tranquilla! Fammi sapere come va!
In bocca al lupo e soprattutto buon divertimento!
Grazie mille! Poi ricommenterò e ti dirò com’è andata (se sarò ancora viva 😛 ). Il mio traguardo poi, sarà finire la tappa nonostante la mia poca esperienza. Quindi sarà comunque un successo 🙂 Grazie ancora!
Ciao! La gara open water è andata benissimo nonostante fossi l’unica senza muta né costume da gara! 22min per 1km (non ci credevo quasi)! Alla partenza mi sono messa laterale come avevi detto tu ed è stata una salvezza ! L’acqua era 18° freeeedda ma appena iniziato non ho sentito più nulla (come avevi detto tu nell’articolo!).Quindi di nuovo grazie per i consigli utilissimi anche per una principiante 🙂 continuerò a seguirti!
Ciao, neo triatleta, finora ho fatto due gare, una in mare e una al lago, in entrambe le occasioni non sono riuscito a nuotare per tutta la frazione. Dopo poche bracciate vado in crisi da respirazione, e mi devo fermare con il cuore che batte a mille, poi riparto, altri 100mt e succede di nuovo, cosi’ per tutta la durata della prova. Ho provato a rilassarmi, a pensare ad altro, oppure a concentrarmi sul gesto tecnico, ma niente da fare. Il problema vero e’ che tra pochi giorni (il 31 Luglio) avro’ la gara che sto preparando come obiettivo finale, che prevede ben 1500mt a nuoto, le due gare precedenti erano una da 750 e una da 1000mt.
Ciao Massimo, innanzitutto volevo farti i complimenti per il sito. Anche io sono papà di una bimba, corro abbastanza regolarmente (compatibilmente con il lavoro e una figlia di 16 mesi), ho una bici da corsa che uso molto meno di quanto vorrei e mi piacerebbe provare a praticare triathlon senza troppe velleità a livello agonistico. Ovviamente la frazione che più mi preoccupa è quella di nuoto, data la mia totale inesperienza in acque libere (sto per iniziare un corso, ma in piscina). Oltre a tutti i possibili problemi che hai trattato nel tuo articolo, mi spaventa soprattutto l’inquinamento delle nostre acque (in un altro articolo ho apprezzato il tuo link al sito del Ministero della salute, dove è possibile monitorare la situazione). Inoltre ho visto galleggiare praticamente ogni genere di rifiuto e, anche se mi vergogno un po’, mi chiedevo se, per la fase di ingresso in acqua, fosse consentito l’utilizzo di calze da piscina o scarpette. Grazie mille per la disponibilità.
Ciao Lorenzo, per regolamento FITri non è consentito usare calze o scarpe per entrare in acqua (anche se poi tu li togliessi prima di iniziare a nuotare): i giudici non te lo consentirebbero.
Mi spiace che hai avuto esperienze di acque sporche: non so in quale zona ti trovi; la mia esperienza (Liguria, Garda, laghi alpini) è sempre stata positiva, con acque pulite, a volte trasparenti, a volte no (in alcuni laghi). Posso solo consigliarti di informarti in anticipo sulle località nelle quali intendi gareggiare… Un abbraccio e in bocca al lupo! M
Ciao! Complimenti per l’articolo, molto interessante e istruttivo. Non sono una triatheta, ma semplicemente una nuotatrice master, o almeno ci provo. Nelle poche gare in acque libere che ho fatto in effetti ho avuto gli stessi problemi, cuore che batte a mille e quindi difficoltà a respirare, peggiorata con le onde. Mi ha fatto piacere leggere che non sono la sola a farsi una frazione a dorso,che sebbene rallenti molto, mi aiuta a normalizzare il respiro e finire la gara…e non nascondo che se c’è un bel paesaggio … è anche piacevole!!! Cercherò di tenere a mente per la prossima gara tutti gli ottimi consigli che ho letto e di cui vi ringrazio. Auguri a tutti per le prossime gare!!
Ciao, vi leggo sul treno di ritorno da Arona dove stamattina avrei dovuto fare la mia ultima traversata (agonistica 2400m) della mia prima stagione di “gare”: sole ma lago mosso, parecchio. Sono entrata in acqua entusiasta, muta boa occhialini, punto di riferimento tanta voglia di chiudere bene questa stagione con mia figlialì ad aspettarmi. La partenza era in acqua da due boe poco più avanti al ponte. Bene, non ancora arrivata alla boa di partenza sono tornata indietro. Nuoto da tanti anni, mi alleno da novembre senza troppi successi nel nuoto ma vado e da giugno nuoto in lago appena posso, anche sotto al temporale con acqua mossa. Ma l’idea di affrontare una gara in quelle condizioni succhia via adrenalina e fa venire fuori solo prudenza e l’idea di avere lì mia figlia forse accentua. Come se non sapessi più nuotare, non so dove tenere la testa perdo forza e in piscina mi alleno a nuotare con la testa fuori e dietro a quelli che spruzzano. Anche alla prima traversata è successo e allo stesso modo chiudo. Quello che mi manca è la sensazione bellissima di soddisfazione di aver fatto il mio lavoro. Questo manca è un pó mi deprime. Serve peró a capire dove devo lavorare i miei punti deboli e che devo rimboccare le maniche e lavorare lavorare è ancora … nuotare. Il consiglio di non pensare e ignorare i problemi è ottimo, l’ho scoperto e lo uso nelle fare di trail, anche nelle traversata di nuoto ho abbastanza tempo per praticarlo!
Ciao !!!
volevo qualche consiglio su come procedere alla preparazione di un IronMan ; premetto subito che la sezione di nuoto mi sta creando ansia; non so nuotare ma da un mese mi sono iscritto in piscina, due volte la settimana.
Ho ancora circa 11 mesi davanti a me per prepararmi.
Bici e corsa sono abbastanza preparato, ma il nuoto parto da zero.
Cosa mi consigliate di fare e come affrontare al meglio l’evento;
La scelta della muta ? materiali, spessori etc etc.
Vi ringrazio fin d’ora.
Ciao
Ivano
ero a francavilla e sono statoinabissato
Ciao a tutti!
leggo con piacere il post che rispecchia esattamente tante delle sensazioni vissute nel mio primo Sprint all isola d’Elba!
Corro da diversi anni sia maratone (PB 3h19′) che mezze (PB 1h28′), quando per puro caso ho iniziato ad andare in piscina per “sciogliere” i malanni derivanti dalla corsa. Riuscendo a nuotare tranquillamente 1500/2000m quasi quotidianamente in pausa pranzo, mi sono detto “why not, una garetta di triathlon” anche se non ho la bici, tanto la si può noleggiare, vuoi che non faccia 20/40Km in bici??? cosi mi sono iscritto al mio primo sprint con bici a noleggio, scarpe NON da dici, ma da running, e pedali senza attacchi scarpe…
Essendo Maggio l’acqua era molto molto fredda (<17) ma la muta un po aiutava (poco), alla partenza mi sono ritrovato in mezzo ai top atleti, che mi hanno ingabbiato a mo di tonno in rete, prendevo pugni a destra e manca, ogni 2 bracciare qualcuno mi veniva addosso, costringendomi a tenere un ritmo non mio… dopo 2/3 boe per fortuna il gruppo si è allungato cosi ho potuto prendere il mio ritmo. Non avevo mai nuotato con la muta e devo dire che è una stata una sensazione strana… credevo fosse un aiuto in acque libere mentre è stato un bell impiccio… sicuramente per colpa mia, mi tirava sulle spalle facendomi fare molta molta fatica a nuotare…
La frazione in bici è andata via bene, sapevo che no era il mio sport, non sapevo se potevo stare in scia, quindi sono "il giusto" anche perché il percorso era abbastanza montagnoso. La frazione run, è stata uno spasso che mi ha permesso di recuperare qualche posizione…
Morale della favola, esperienza molto molto bella da rifare, tanto che sono alla ricerca della prossima sfida, ovvero un Olimpico.
PS sono sempre senza bici, quindi sono anche senza allenamento… quindi la noleggerò anche la prossima volta.
PPS ma quanto è caro questo sport!
Ciao Nicola, grazie per il tuo racconto! E’ possibile che tu non abbia indossato bene la muta, se ti tirava sulle spalle. Dai un’occhiata a questa guida per avere meno fastidio la prossima volta 🙂 httpsdad2tri.massimobottelli.it/articoli/guide/indossare-muta-triathlon/
Ciao Massimo,
grazie per le dritte.
La guida l ho letta più e più volte, è molto utile e ben fatta.
La prossima volta farò più attenzione a come indosso la muta, magari la tengo più su che riesco… poi visto il periodo farò diverse prove al mare…
Alla prox
Nicola
ciao sono una mezza ciabatta che sta imparando a andare a nuotare, camminare e in bicicletta, i tuoi consigli sono utili anche a me! Grazie