Si è appena conclusa la mia seconda stagione di triathlon e, per una volta, mi permetto di parlare di me, di fare una riflessione ad alta voce e di condividerla con te.
Se riguardo indietro, mi sembra passata una vita da quando ho deciso di provare a ricominciare a nuotare in piscina (non riuscivo neanche a finire una vasca!) e poi fare il grande passo di acquistare una bici da corsa (fatta quella spesa, non si torna indietro!).

La mia prima uscita in bici da corsa
Oggi ho 41 anni, e fino a tre anni fa non avevo mai corso, non ero mai salito su una bici da corsa e non nuotavo dai tempi delle scuole medie. Quando ho deciso di abbracciare l’avventura triathlon, non sapevo veramente a che cosa sarei andato incontro (anche tu hai vissuto questi momenti?).
La storia di queste due stagioni è stata ricchissima di emozioni, di soddisfazioni, di fatiche, di imprevisti e di insegnamenti che ho imparato dai tanti amici triatleti più esperti di me; insegnamenti che, con gioia, mi sono sforzato di condividere sulle pagine di questo sito (e che spero ti siano state utili!).
Alla ricerca della motivazione
Come per la maggior parte dei triatleti Age Group, per me lo sport si inserisce in un tempo fitto di impegni, tra il lavoro e la famiglia (fonte di tante gioie e anche di tanto impegno). Ancora di più, se anche tu hai figli come me (ho una bimba di 4 anni), mi capirai.
Sono convinto che, per praticare lo sport nonostante i tanti vincoli, ognuno di noi deve avere ben chiara la propria motivazione, la ragione che ci muove ad allenarci per moltissimi mesi per partecipare a poche ore di gare ogni stagione. Chi lo fa per il piacere di gareggiare in bellissime località, chi per la compagnia, chi per sfidare se stesso, chi è alla ricerca della prestazione e del risultato…
[Tweet “La stagione di #triathlon è finita: qual è il tuo obiettivo per l’anno prossimo? #dad2im703 “]
La mia motivazione: sfidarmi a superare i miei limiti
Personalmente, trovo meraviglioso e sempre sorprendente quando ti rendi conto che ora sai fare qualcosa che prima non eri in grado!
Allora ti voglio raccontare il mio prossimo obiettivo: dato che dopo due anni riesco a gareggiare regolarmente sulla distanza Olimpica (anche se con prestazioni nella media), ho deciso di provare ad allungare la distanza.
Mi sono iscritto al Ironman 70.3 Switzerland, che si terra il prossimo 5 giugno 2016 a Rapperwil-Jona, sul lago di Zurigo. (Che cos’è un Ironman 70.3? Una gara sulla distanza di 1,9 km di nuoto, 90 km di ciclismo e 21 km di corsa)
Perchè l’ho fatto? Perchè ancora non sono in grado di farlo! Mi sono posto un obiettivo “più avanti”, qualcosa che – per essere realizzato – mi “obbligherà” a spostare più avanti i miei limiti.
[Tweet “Perchè ti sei iscritto al #Ironman 70.3? Perchè non sono (ancora) in grado di farlo! #dad2im703”]
Non sarò da solo
Proprio perché oggi non sono ancora in grado di completare una gara su questa distanza, ho deciso di farmi “accompagnare” in questo percorso da un coach professionista, Gabriele Torcianti
Finora mi sono allenato in maniera poco regolare, ritagliando il tempo per gli allenamenti tra gli impegni e alternando gli allenamenti nelle tre discipline praticamente senza pianificazione. Ma credo che questo approccio non sia accettabile per preparare una nuova sfida, così impegnativa.
Non voglio “sprecare” i mesi che mi separano da questo appuntamento e trovarmi a ridosso della gara impreparato: non voglio sprecare l’occasione di godermi questo evento come merita; voglio arrivare fisicamente (e mentalmente) preparato.
Il racconto di un percorso
Quello che mi porterà da qui alla starting line del mio primo Ironman 70.3 (e spero anche alla finish line!) non sarò solo un percorso personale.
Voglio condividere con i lettori di Dad 2 Tri gli insegnamenti che, allenamento dopo allenamento, imparerò dal coach.
Segui quindi i post che man mano pubblicherò nella categoria “Ironman 70.3” e su Facebook e su Twitter l’hashtag #dad2im703
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