Preparare la prima Maratona e un Ironman 70.3… contemporaneamente!

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L’anno scorso, dopo tre anni di triathlon Sprint e Olimpici, ho alzato la sfida e, grazie al supporto del mio coach Gabriele Torcianti, ho disputato le mie prime due gare di Triathlon Medio (1,9 km di nuoto, 90 km di ciclismo e 21 km di corsa): l’Ironman 70.3 Switzerland e il Triathlon Medio di Mergozzo.

Alla fine della stagione ero totalmente soddisfatto, e allo stesso tempo consapevole che non avrei mai potuto raggiungere questi obiettivi senza la guida di un coach professionista, con il quale si è instaurato un rapporto di profonda fiducia, e sincera amicizia.

Quando è stato il momento di immaginare nuove sfide per la stagione 2017, ho capito che era arrivato il momento di tirare fuori dal cassetto il sogno della Maratona, messo da parte tre anni fa quando, dal solo podismo, mi sono innamorato del triathlon.

La mia prima Maratona non sarebbe stata una sfida solo per me, ma anche una nuova sfida per il mio coach: infatti, dato che non voglio rinunciare al piacere del triathlon di lunga distanza, ho deciso di preparare contemporaneamente la mia prima Maratona (il 2 Aprile, nella mia Milano) e il mio terzo triathlon medio (l’Ironman 70.3 France), che si terrà dopo sole sei settimane (il 14 Maggio).

Quando ne ho parlato con coach Gabriele, mi hai risposto così:

“Anche se non è così raro che un atleta corra una maratona e porti a termine un triathlon medio a distanza di poco tempo, questa si è rivelata una sfida interessante e non facile.

Infatti, correre una maratona, la prima maratona, e dopo soli 43 giorni partecipare ad un triathlon su distanza media è già di per se un’idea un po’ folle!

Se poi l’idea è quella di prepare entrambe le gare al meglio, allora i margini di manovra sono stretti e il rischio di sbagliare è grande.”

 

Non pensi quindi che questo sia un obiettivo eccessivo per un atleta amatore?

“Il triathlon, per definizione, è un’esperienza sportiva estrema, che avvicina al limite resistivo del tuo corpo e della tua mente; anche per questo motivo, il nostro sport è pieno di imprese al limite dell’umano e del sensato.

Gli sport di endurance in genere sono spesso inconsapevolmente terapeutici e sostitutivi dello psicologo: fortificano corpo e mente, scacciano predisposizioni pericolose alla sedentarietà e all’afflizione, e inseriscono in comunità movimentate ed allegre.

Nel caso dell’accoppiata Maratona-Triathlon, però, parliamo un obiettivo multiplo che nulla a che fare, per motivazioni, consapevolezza, metodo di allenamento e programmazione con esagerazioni da “quarantenne afflitto dalla sindrome di Superman” o fanciullesche prove di resilienza.

Ma i presupposti positivi per incamminarsi su questa difficile strada ci sono, quindi… sfida accettata!”

Quando ho immaginato questi due obiettivi, mi sono chiesto se erano realmente compatibili, cioè se era possibile allenarsi allo stesso tempo per due gare così diverse.

Quali sono, in base alla tua esperienza, la difficoltà di preparare due eventi diversi quasi in sovrapposizione?

“La difficoltà principale risiede nel intrecciare due onde di carico differenti, sia per qualità che per quantità di lavoro, oltre che per tempi di performance.

Tutto ciò senza dimenticare che un atleta amatoriale deve conciliare il programma di allenamento con lavoro e famiglia.

Il filo sul quale stiamo in equilibrio è teso tra il volume di allenamento delle diverse discipline, che necessariamente varia a seconda del periodo, e la qualità del lavoro stesso, che deve sempre essere molto alta per evitare sprechi di tempo e soprattutto rischi di infortuni.”

 

Lungo tutto il percorso che, dalla fine della scorsa stagione fino ad oggi, mi ha portato ad essere pronto per il mio esordio in Maratona, mi sono reso conto che abbiamo attraversato diverse fasi; ci sono stati momenti difficili, altri duri, altri che ci hanno regalato grandi soddisfazioni (penso in particolare ai test ben riusciti, come la mezza maratona corsa come test, o il primo lunghissimo).

Possiamo ripercorrere le fasi di questa preparazione?

“Nella fase iniziale della preparazione, nei mesi di ottobre e novembre, abbiamo puntato sulle risorse esistenti, ma ci siamo presto accorti che, dopo la fine della scorsa stagione, l’atleta era affaticato e le prestazioni erano calate notevolmente: questa situazione metteva a rischio l’obiettivo Maratona!

Per reagire a questo imprevisto, per i tre mesi successivi abbiamo concentrato gli allenamenti per migliorare VO2max e soglia anaerobica”

Ricordo quei mesi come una interminabile serie di durissima ripetute!

“È vero, ma in questo modo abbiamo creato i presupposti per gestire la risorsa più importante che ti riconosco: la resistenza assoluta e la capacità di distribuirla sull’intera gara.

Dopo aver riportato a buoni livelli le tue prestazioni, abbiamo dedicato ultimi due mesi prima dell’appuntamento Maratona a “mettere un po’ di chilometri” nelle gambe, cioè abituare il tuo fisico a sostenere uno sforzo prolungato: niente di sconsiderato o aspecifico ma, anche in questo caso, molto misurato e qualitativamente altissimo.”

 

Durante la preparazione abbiamo analizzato le prestazioni e tutti i parametri disponibili per calcolare il passo corretto, che poi abbiamo provato “sul campo”, fino ad arrivare a decidere in modo esatto il passo da tenere in gara.

Perchè questo metodo “scientifico“?

“Ogni corsa, dai “lunghini” iniziali al lunghissimo che ha, di fatto, chiuso la verticale di preparazione, hanno avuto un ritmo preciso calcolato sulle ipotesi gara e confermato brillantemente dall’esito dei test.

La periodizzazione dell’allenamento è stata complessa, ma devo dire che un aiuto molto importante è arrivato dall’atleta: infatti, se la collaborazione tra tecnico ed atleta funziona a livello empatico e di fiducia, ed in più  l’atleta riesce ad essere preciso ed attento nell’esecuzione del training, la probabilità di successo si alza notevolmente.”

Ma non dimentichiamoci del nostro secondo obiettivo: l’Ironman 70.3 France di metà maggio: nell’ultimo mese di preparazione alla Maratona ci siamo concentrati sulla corsa e abbiamo sospeso gli allenamenti in bici.

Questo non influenzerà la preparazione del triathlon?

“La preparazione alla Milano Marathon ha previsto un sacrificio progressivo in termini di volume di lavoro del ciclismo.

Nei 30 giorni tra la fine del recupero post Maratona e l’inizio dello scarico pre Ironman 70.3, ci concentreremo costantemente sul ciclismo, contando su un ottima situazione nella corsa (intesa soprattutto come qualità muscolare e mio-scheletrica), e una solida performance di nuoto (mantenuta nei mesi invernali con allenamenti costanti e misurati).

L’allenamento del ciclismo si dividerà in due fasi, brevi ma ben distinte, in cui cercheremo di riacquistare forza assoluta e poi di esprimerla in una performance di potenza lipidica di 90 km.”

 

Insomma coach Gabri, ci piacciono le sfide! Ce la faremo a raggiungere entrambi gli obiettivi?

“L’idea sulla quale ho costruito questa sfida è che, dal giorno successivo alla Maratona, troveremo un atleta molto motivato, resistente e sano al quale, dopo una breve pausa rigenerante, potere somministrare carichi di lavoro idonei al raggiungimento della seconda parte dell’obiettivo, il triathlon medio di Pays d’Aix.”

Se vuoi saperne di più, contatta il coach Gabriele Torcianti

Gabriele Torcianti

 

 
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