[photo credits Marco Bardella]

 

Domenica 22 Marzo 2015 si è tenuto al Parco del Valentino a Torino il Campionato Italiano Assoluto di Duathlon Sprint, organizzato da ASD Torino Triathlon.

Alessandro Sciarrone, triatleta di CUS Pro Patria Milano Triathlon, ci racconta com’è andata la gara! Grazie Alessandro!

 

Le gare di duathlon sono sempre gare vere.

I triatleti a volte considerano questa disciplina come una “cugina povera” o, al più, preparatoria alla stagione. Nulla di più falso!

Il duathlon è uno sport bellissimo, complesso e duro. E gli specialisti sono fortissimi! Quando puoi si tratta di campionati italiani, non si scherza mai! Su nessuna distanza.

È così che un duathlon sprint diventa una gara molto impegnativa, anche perché disputata in condizioni meteo davvero difficili: otto gradi, o forse meno, e pioggia a dirotto.

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Valerio Patanè, CUS Pro Patria Milano Triathlon

L’organizzazione è efficace, seppur spartana, e il ritrovo è in un hangar al riparo dal diluvio.

Saluti agli amici – sempre tanti in queste occasioni – rituali d’obbligo (pacco gara, zona cambio, riscaldamento) e si va alla partenza.

Un po’ meno sorridenti del solito, sarà la tensione, sarà il freddo… la scorsa settimana ho gareggiato a 32 gradi… che ci faccio qui? 😉

(Alessandro ha partecipato al Ironman 70.3 Puerto Rico, con l'ottimo tempo di 4h25min, classificandosi 92° assoluto e 7° di categoria! N.d.R.)

 

Un paio di minuti in griglia e si parte: 5 km a ritmo a di poco indiavolato, nel Parco del Valentino lungo il Po. Transizione nel mio caso abbastanza veloce (uno dei pochi vantaggi della decima stagione!) e via in sella.

 

Centauri di carbonio e muscoli

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Carlotta Missaglia, CUS Pro Patria Milano Triathlon

Siamo come centauri di carbonio e muscoli, lanciati sulle strade di Torino.

Ora il freddo è davvero pungente, ma non si sente nulla: gli occhi sono al 100% sulla strada bagnata. A queste velocità non si scherza! Una rotonda, un sottopasso, qualche scatto, sempre occhio alle pozze, e i due giri volano… Le mani fanno male: che freddo! La maglietta fradicia non protegge più, ma si pedala e si pedala.

Nuova transizione e via per i 2500 m finali. Se i primi sembravano veloci, questi sono anche peggio!

Sembra di correre sulle ossa, i piedi sono gelati, eppure non molla nessuno!

Scendi, risali, curvone, ultimo rettilineo… E anche questa è fatta!

Sempre e comunque una gioia enorme. Sempre e comunque col sorriso. Anche questo è triathlon!

 

 
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