Il triathlon, come tutti gli sport di endurance, ci fa imparare sulla nostra pelle delle vere e proprie lezioni di vita.

Attraverso il racconto della sua (non facile) gara di esordio, Paolo ci parla di un insegnamento importante: la forza di volontà più spingerci a superare i nostri limiti.

Complimenti sinceri a Paolo, e grazie per avere voluto condividere questa tua intensa esperienza!


 

Trapaniman di San Vito Lo Capo, Sicilia

Anch’io ho avuto la fortuna di raggiungere un traguardo mentale che mi ero prefisso da qualche anno, ma che non avevo mai provato prima per la paura di non farcela.

Da tanto tempo praticavo nuoto e running, facendo gare amatoriali di podismo, con un passo non eccezionale (1h 42″ nelle maratonine, 44″ nei 10.000). Nel nuoto non avevo tanto timore perché abituato al mare.

Allora dissi: perché non comprare una bici? Fatto. Ma ero consapevole che dovevo cambiare tipologia di allenamento. Meno corsa e più bici.

Mi preoccupava iniziare a fare un nuovo sport che pensavo non mi piacesse… Ma era il mio obiettivo mentale: volevo dimostrare a me stesso che potevo farcela!

La prima volta che provai il cambio bici/corsa non vi dico le gambe!

Dopo tre mesi di allenamento eccomi al Trapaniman per lo Sprint. Purtroppo quel giorno (19 Aprile 2015) c’era pioggia e onde altre oltre 2 metri, e c’era il rischio che la frazione di nuoto fosse cancellata.

Dopo un ora di ritardo partiamo: l’acqua è gelida, ma l’adrenalina era così alta che non sentivo niente, neppure i colpi dei piedi sul volto. Non vedevamo la boa e facevo zig zag. Ma non so perché il mare non mi impauriva. Ero troppo carico!

Arrivo finalmente in zona cambio, ma appena prendo la bici mi viene un crampo addominale!

Non mi potevo fermare, c’erano i miei figli a guardarmi!

Respiro, il crampo passa e riesco a partire in bici: tengo una media di 29 km/h; qui pago l’inesperienza di accodarti ai ciclisti più esperti!

Finisco la frazione di ciclismo (che nello Sprint è lunga 20 km) e, dopo la seconda transizione, inizio la corsa. Mi aspettavo che fosse una passeggiata, e invece anche qui… un crampo al bicipite femorale!

Mi butto a terre e per un attimo penso che è finita. Ma non potevo deludere i miei figli. Tre minuti di stretching e riparto.

La gamba finalmente gira. Quasi all’arrivo scoppio in un pianto liberatorio, sotto una pioggia incessante.

È stata la mia prima vittoria! Ho superato con la mente il mio limite fisico.

Solamente chi ha vissuto questa esperienza può realmente capire cosa sia la dimensione Triathlon!

 

 
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