In una location spettacolare, all’altezza delle aspettative, ho partecipato al mio secondo triathlon olimpico, e ho capito che ho ancora tanto da imparare!
Una location unica
Fin dall’inizio dell’anno, ho atteso il Triathlon Olimpico di Sirmione immaginandolo come l’evento più bello della stagione: location meravigliosa, organizzazione di alto livello. Insieme a Bardolino, sono stati effettivamente due gare bellissime che consiglio a tutti e che penso proprio di ripetere l’anno prossimo.
La penisola di Sirmione è molto stretta e allungata, e questo ha comportato la necessità per gli organizzatori di dividere le zone cambio in due punti:
- presso il Castello, la zona cambio 1 con la partenza della frazione di nuoto,la transizione da nuoto a bici e l’arrivo;
- presso il Porto 2 la zona cambio 2 con la transizione dalla bici alla corsa.
Questa insolita divisione in due zone cambio ha comportato la necessità per gli atleti di posizionare le scarpe in un punto e la bici in un altro, e ha richiesto un po’ più di tempo nella preparazione del materiale per le transizioni.
Arrivato al Castello trovo gli amici della Pro Patria: Teo, Lila, Monica e Marco. Dopo aver sistemato le bici in ZC e lasciato le borse al deposito, insieme indossiamo la muta, ci incamminiamo verso la partenza e abbiamo giusto il tempo per qualche minuto di riscaldamento in acqua. Il lago è sempre bellissimo, e la giornata tiepida ci rassicura.
La gara
Si parte in batterie da una spiaggetta, con tanto pubblico intorno. Il percorso della frazione di nuoto prevede un giro sul lato orientale della penisola e poi l’attraversamento del fossato del Castello! Aspetto con curiosità questo passaggio spettacolare e unico: l’ingresso è una strettoia ma ormai dopo circa 1000 m il gruppo è già abbastanza sgranato. Stranissimo e divertente nuotare costeggiando le mura in pietra e sfiorare i cigni che ci guardano incuriositi!
Vivo con tranquillità la frazione di nuoto, senza forzare, infatti la mia respirazione è sempre regolare ogni tre bracciate. Pochi contatti con gli altri concorrenti: a differenza di Bardolino, non mi sono buttato nella mischia!
All’uscita dalla frazione di nuoto è sul lungolago sul lato opposto alla partenza: la zona cambio 1 è una lunghissima striscia di bici allineate su un tappeto azzurro. Bene la mia transizione, la muta si leva senza problemi e recupero molte posizioni.
La frazione di ciclismo è meno pesante di quella di Bardolino: nonostante un dislivello complessivo di 200m, praticamente non ci sono salite vere e proprie, solo qualche cavalcavia e leggeri saliscendi. La velocità media infatti è molto alta (oltre 32 km/h).
All’inizio soffro un po’ per i primi km perchè non riesco ad agganciarmi al gruppo che mi precede e mi trovo da solo: per fortuna vengo poi raggiunto da un gruppo con cui percorro tutta la frazione. Ci superiamo a vicenda, ci sfilacciamo un po’, ma poi le facce intorno sono sempre le stesse.
Purtroppo, ancora più di quanto successo a Bardolino, nella frazione di corsa pago lo sforzo fatto in bici: fin dai primi passi mi sento molto stanco, e fatico a correre. Mi fermo al primo ristoro ma capisco che sarà così per tutti i 10 km: dovrò spezzettarli in tante parti e concedermi frequenti soste.
Il percorso della frazione di corsa prevede tre giri sul promontorio di Sirmione: questa divisione in segmenti corti mi aiuta psicologicamente a sopportare la fatica. Si passa due volte davanti al traguardo prima di entrare nella corsia che porta all’arrivo. Questi passaggi sono piacevoli perché si attraversa tre volte il pubblico che festeggia all’arrivo.
Il tifo è meno caloroso che a Bardolino: non ci sono turisti tedeschi, e nell’ultimo giro già una parte del pubblico se n’era già andata.
Per fortuna che il pubblico più importante lo trovo a 100 m dal traguardo: all’improvviso appaiono dietro le transenne Elena e Chiara! Mentre sto per salutarle, Elena mi chiama e mi invita a prendere Chiara in spalla per tagliare insieme il traguardo, come abbiamo già fatto a Padova e a Loano.
Questo gesto mi risolleva di colpo dalla fatica della corsa e mi fa arrivare sotto l’arco con un sorriso che fino a pochi secondi fa non avevo!
Sentimenti contrastanti
Il Triathlon di Sirmione è stato il mio secondo olimpico. Dopo Bardolino due settimane fa, avevo già un’idea di cosa aspettarmi; nonostante questo, avvicinandomi a questa gara ho vissuto sentimenti contrastanti.
Da un lato avevo consapevolezza dell’impegno che sarebbe stato richiesto e della fatica che avrei affrontato. Questi aspetti comunque non mi preoccupavano: dopo aver superato con soddisfazione la prova di Bardolino, ero fiducioso nelle mie capacità di affrontare questa distanza.
Dall’altro lato, invece, ero teso e ansioso: questa volta sarebbero venute a vedermi Elena e Chiara. Ad agitarmi non era tanto il fatto di avere un pubblico speciale, ma la preoccupazione di dover conciliare e gestire contemporaneamente sia i preparativi per la gara, sia la cura della famiglia (arrivare in orario, semplificare gli spostamenti tra le zone cambio, rispettare l’orario del pisolino di Chiara…). Nonostante le rassicurazioni di Elena, non me la sentivo di “abbandonarle” a loro stesse pensando solo alla mia gara.
Non sono riuscito a concentrarmi sulla gara fino al momento in cui ho sistemato tutta l’attrezzatura in zona cambio. Con difficoltà mi ero appena staccato da Elena e Chiara che, a piedi, stavano venendo dalla zona cambio 2 verso la partenza. Insomma, una parte dei miei pensieri era sempre rivolta a loro…
Solo alla partenza della frazione di nuoto la mente si è svuotata e sono veramente entrato in gara.
Un altro tipo di pensieri, più tardi, mi hanno accompagnato. Alla fine della frazione di ciclismo ero preoccupato: sapevo di aver dato tantissimo in bici, per restare in gruppo. Come avrei affrontato la frazione di corsa?
Purtroppo la mia preoccupazione si è rivelata fondata, e il modo in cui ho affrontato la corsa (male) è stata una piccola delusione: in tutte le altre gare di triathlon fatte finora, la frazione di corsa era stato il mio punto forte, e avevo recuperato posizioni, mentre questa volta ne ho perse.
L’insegnamento è chiaro: devo allenarmi molto di più a correre dopo la bici, facendo molti combinati.
Un primo bilancio?
Con questa quarta gara si conclude la prima parte della stagione di triathlon: non ho in programma altre gare, prima dei Campionato di Triathlon Sprint di Riccione di Ottobre.
Questa gara mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca per le sensazioni negative nella corsa, ma allo stesso tempo mi ha rassicurato sulla mia capacità di affrontare un triathlon Olimpico. Mentre correvo faticosamente ho pensato anche ai programmi futuri.
Ma di questo parleremo in un prossimo articolo!
Località: Sirmione (BS)
Distanza: Olimpico (nuoto 1.500 m, ciclismo 40 km ,corsa 10 km)
Tracciato GPS: ciclismo | corsa
Tempo: 02:39:37
Nuoto: 00:31:24
Ciclismo: 01:10:22
Corsa: 00:52:55
Classifica: 104/151 (categoria M1); 449/604 (assoluto)
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Bel resoconto della gara, c’ero anche io a Sirmione e ho vissuto le stesse emozioni.
Io farò anche l’olimpico di Milano, sperando che non faccia troppo caldo.
Ci vediamo in zona cambio.