Allenarsi per il triathlon non significa semplicemente migliorarsi nel nuoto, nel ciclismo e nella corsa! La mia esperienza di esordiente mi ha insegnano che devo allenarmi soprattutto a gestire le mie forze e ad affrontare gli imprevisti e le difficoltà.
Attraverso il racconto di alcune esperienze reali in gara, voglio condividere con te alcune idee su come allenare gli aspetti complementari, come la forza di volontà e la capacità di superare ostacoli imprevisti.
Prima di iniziare però voglio dirti che non parleremo di tabelle di allenamento per principianti: infatti, un vero programma di allenamento per un esordiente deve essere fatto da un allenatore professionista, su misura per te. Per gli aspetti tecnici quindi ti consiglio di rivolgerti ai tecnici della tua società sportiva.
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“Conosci te stesso”
Ricorda che il triathlon è soprattutto una disciplina di endurance, dove conta più la resistenza che la velocità. Ancora più vero per noi principianti: riconoscendo i nostri limiti, il nostro obiettivo dovrebbe essere quello di completare la gara stando bene, e non tanto quello di puntare alla classifica.
Durante gli allenamenti imparerai a conoscerti, cioè a sapere qual è il tuo ritmo personale in ciascuna disciplina; se imparerai a gestire questi ritmi e a dosare le energie, potrai affrontare la gara nella sua interezza dando il massimo delle tue possibilità e comunque tagliare il traguardo con un sorriso!
Non potrai raggiungere questa conoscenza di te semplicemente allenandoti singolarmente delle tre discipline. Infatti il nuoto, il ciclismo e la corsa impegnano i muscoli in modo diverso. Quando in gara uscirai dall’acqua per iniziare a pedalare, sarai già affaticato dal nuoto; quando inizierai a correre, le tue gambe saranno già appesantite dallo sforzo compiuto nella precedente frazione di ciclismo.
Per questo hanno inventato “il combinato”!
Per allenarti a passare da una disciplina all’altra, i programmi di allenamento di triathlon prevedono un particolare tipo di allenamento, chiamato “combinato“, che simula il passaggio dalla bici alla corsa.
Ci sono due modi di fare un allenamento combinato:
- fai una lunga sessione di ciclismo e immediatamente dopo una lunga sessione di corsa
- oppure puoi alternare più volte delle sessioni brevi di ciclismo e di corsa.
L’obiettivo di un combinato è quello di adattare i muscoli delle gambe al passaggio tra le due discipline, come avverrà in gara, e anche di abituarsi a correre con le gambe affaticate dalla pedalata.
Nel mio primo triathlon olimpico, quando ho lasciato la bici per iniziare a correre, le gambe semplicemente… non giravano! Nonostante il cervello glielo ordinasse, loro riuscivano a malapena a camminare…
La buona notizia è che il combinato non allena solo le gambe! Questi allenamenti ti permetteranno anche di scoprire e di abituarti alle sensazioni di fatica che proverai in gara.
Infatti, a differenza di quanto accade nelle gare singole, nelle quali lo sforzo è costante, nel triathlon al momento della transizione tra le discipline proverai sensazioni diverse e contrastanti: da un lato sollievo perché un tipo di sforzo si è concluso, ma allo stesso tempo sofferenza, perché il corpo deve affrontare un nuovo differente sforzo.
Quando eseguirai i primi combinati, infatti, ti renderai conto che la maggiore difficoltà sono le ripartenze: nei primi momenti all’inizio della corsa o della pedalata, sentirai le gambe pesanti e i movimenti saranno difficoltosi.
Inoltre, un allenamento di questo tipo può essere abbastanza lungo (anche diverse ore) quindi mette in gioco anche la gestione delle energie in uno sport di endurance.
I combinati, quindi, saranno non solo un allenamento per i muscoli, ma anche per la testa, cioè per la forza di volontà e per la tua resilienza!
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Impara a superare le avversità
Le gare di triathlon sono complesse: non solo perché sono composte da tre differenti discipline, ma anche perché si svolgono in ambienti diversi e potenzialmente ricchi di variabili a volte imprevedibili.
Il giorno della gara, potresti trovare delle condizioni potenzialmente sfavorevoli: gareggerai in orari insoliti, con il mare mosso, con il vento o con la pioggia in bici, con il caldo umido nella corsa… Sembrano condizioni da incubo, ma purtroppo in gare complesse come sono quelle del triathlon, potrai sempre trovare qualche situazione sfavorevole.
Faceva molto caldo, e il percorso della frazione di corsa non aveva un metro all’ombra. Io mi sono sempre allenato al fresco delle prime ore del giorno: e ora mi chiedevo come sarei riuscito a correre in quelle condizioni…
Per non subire negativamente queste condizioni avverse, puoi fare qualcosa nei mesi di allenamento: puoi allenare la tua capacità di convivere con queste condizioni!
Ad esempio, anche quando c’è brutto tempo, non saltare la tua sessione di allenamento in bici o di corsa: esci lo stesso! Non starai allenando solo le gambe e il cuore, ma anche la testa: imparerai a resistere alle quelle condizioni sfavorevoli.
[Tweet “Esci ad allenarti anche col maltempo: imparerai a resistere alle condizioni sfavorevoli in gara!”]Cerca di organizzare anche delle sessioni di allenamento di nuoto in acque libere, anche ad inizio stagione, con il mare freddo e un po’ mosso: quando sarai in gara, le onde che spaventano tanti concorrenti, per te non saranno un problema!
Non servono solo muscoli veloci…
Nel mio primo anno da triatleta principiante ho imparato che la forza di volontà, necessaria per ripartire dopo le transizioni e per resistere alla fatica, può essere allenata insieme ai muscoli, grazie ai combinati; e ho imparare anche ad affrontare le imprevedibili condizioni della gara allenandomi anche quando le condizioni non sono ideali.
Il bello del triathlon è anche questo: non servono, e non bastano, solo i muscoli per nuotare, pedalare e correre veloce: serve anche tanta testa e tanto cuore per arrivare al traguardo, e gioire dei nostri piccoli successi personali!
Affidarsi ad un coach
Per prepararti al tuo esordio nel triathlon, o per affrontare la sfida di una nuova distanza, ti sconsiglio di improvvisare una strategia fai-da-te!
La mia esperienza personale mi ha insegnato che farsi seguire da un coach professionista è l’unico modo per prepararsi davvero.
Solo quando sono stato seguito da un professionista sono riuscito a migliorarmi e ad arrivare alla gara che sognavo in condizioni perfette
Per persone impegnate come noi tra lavoro e famiglia, penso che il coach ideale sia quello che è capace di personalizzare il programma di allenamento in base ai vincoli che gli impegni ci impongono, e allo stesso tempo ad adattarlo costantemente in base all’andamento dei risultati.
Per la mia preparazione alle prossime gare di triathlon, ho deciso di farmi “accompagnare” da un coach professionista, Gabriele Torcianti
Ciao, ho visto per caso il sito e lo trovo molto interessante.ho 53 anni e sono sportivo dalla nascita.ho praticato diversi sport e tra una settimana esordisco nel triathlon a forte dei marmi.spero di riuscire a finire la gara e diventare così un triatleta.per mè ormai e tardi per usufruire dei consigli di allenamento, ma ho trovato parole e osservazioni che in parte conoscevo ma soprattutto quel sentimento umano ma passionale che spesso si perde in ambienti sportivi di questo livello, dove si trovano anche molti esaltati.
Bravo Massimo
Ciao e complimenti per il blog. Ho da tempo la curiosità di provare a fare uno sprint e solitamente mi alleno su tutti e tre gli sport soprattutto per divertimento. Ora mentre bici e corsa riesco a rendermi conto della differenza fra la gara e l’allenamento e quindi impostare il passo nel nuoto mi rimane più complicato non avendo mai fatto gare. Cioè se in vasca posso tenere un tempo di 2’10″/100m in gara avrò un tempo simile? Come può incidere la scia, la muta? Sinceramente non so cosa pensare.
Ciao Alessandro! Il nuoto in acque libere è diverso dal nuoto in piscina, con alcuni vantaggi (la muta, la scia…) e alcuni svantaggi (i contatti con gli altri nuotatori, le onde…). Inoltre c’è una forte componente psicologica: diverse persone hanno paura delle acque lilbere. Quali aspetti prevalgono è soggettivo. La mia personale esperienza è che il passo in acque libere è equivalente o leggermente più veloce che in piscina. Ti consiglio comunque di non dare troppo peso alla velocità, soprattutto all’esordio e sulla distanza sprint. Piuttosto, se puoi, fai pratica di nuoto in acque libere prima della prima gara! Qui trovi i miei consiglio per il nuoto in acuqe libere: httpsdad2tri.massimobottelli.it/articoli/guide/nuoto-acque-libere/ . Un abbraccio e buon esordio! M
Blog interessante e molto utile per principianti! Grazie! Tra 15 giorni ho il mio primo triathlon “corto”, lo dividiamo in 10 🙂 cmq sempre una sfida